Biografia


Claudio Pennino è nato a Napoli nel 1957 dove vive e lavora. Ha pubblicato quattro volumi di poesie: Vela ’e penziere, nel 1999 con la prefazione del Prof. Amedeo Messina, ordinario di storia e filosofia; ’A strata d’’e stelle, nel 2001 con l’introduzione del poeta Vincenzo Fasciglione, ’A pianta d’’a felicità nel 2004 con la presentazione di Renato De Falco e Primma ca scura notte nel 2009 presentato dal giornalista Pietro Gargano. Sempre nel 2009 ha pubblicato il dizionario italiano-napoletano e napoletano-italiano: Parlammoce accussì. Tutti per le Edizioni Intra Moenia.

Nel 2006, per l’Istituto Grafico Editoriale Italiano, ha pubblicato Na guardata amurosa, 25 rispetti di Angelo Poliziano tradotti in lingua napoletana. Il volume è preceduto da un saggio del Prof. Nicola De Blasi, ordinario di Linguistica italiana nell’Università di Napoli Federico II.

Nel 2007 ha tradotto in napoletano le Lettere a Lucilio di Seneca. Da questo lavoro è stato tratto un incontro-spettacolo al Real Orto Botanico di Napoli con la partecipazione dell’attore Mario Brancaccio e dei giornalisti Pietro Gargano e Rosario Ruggiero.

Nel 2010, sempre per l’Istituto Grafico Editoriale Italiano, ha pubblicato ’A Scola Salernitana, traduzione in lingua napoletana del testo medievale della “Regola Sanitaria Salernitana”, anche questo volume presentato dal Prof. Nicola De Blasi della Federico II di Napoli.

Ancora nel 2010, ha tradotto e commentato, con note storiche e filologiche, per la Editrice Gaia di Salerno, Lo Ccapezzale di G. B. Capasso, grazioso poemetto settecentesco in versi sdruccioli sulle sofferenze degli ipocondriaci.

Nel 2011, per i tipi delle edizioni Intra Moenia, ha pubblicato il vocabolario napoletano dei modi di dire Mettere ’a bbona parola, origine significato e aneddoti di oltre 5000 frasi idiomatiche, espressioni, locuzioni e forme proverbiali della lingua napoletana.

Nello stesso anno, gli viene assegnato il Premio Masaniello – Napoletani protagonisti. Riconoscimento per essersi distinto nel campo della poesia napoletana nonché esempio positivo per riscoprire l’orgoglio di essere napoletani.

Dal 2012 inizia la sua collaborazione con Napoliontheroad, webmagazine di cultura napoletana, arte e società, pubblicando articoli sui modi di dire della parlata napoletana.

Nel 2013 è invitato a tenere la prolusione dell’anno accademico 2013-2014 presso l’Unitre (Università delle Tre Età) di Castellammare di Stabia, e nello stesso anno pubblica, per le Edizioni Intra Moenia, Elogio del brindisi, storie e aneddoti del bere convivale.

Sempre nel 2013, per l’Editore Cuzzolin, pubblica il Vocabolario di Proverbi Napoletani con la presentazione del linguista Carlo Iandolo.

Nel 2014 pubblica, per Alessandro Polidoro Editore, Confetti e difetti, storie e aneddoti di vita coniugale.

Nel 2015, l’editore Cuzzolin lo invita a dirigere la collana di napoletanistica “Napoli in tasca”, che inaugura con una sua pubblicazione dal titolo: ’A mamma d’ ’e ccriature, nomignoli, metafore e soprannomi dell’organo sessuale femminile nella lingua napoletana.
Nello stesso anno, per le Edizioni Intra Moenia, dà alle stampe Quanno ce vo, ce vo!, offese, minacce, maledizioni, epiteti e ingiurie della lingua napoletana.

Nel 2016 ritorna alla poesia pubblicando, ancora per i tipi di Intra Moenia, una raccolta dal titolo Villanelle, poesie d’amore, di rabbia e di incantesimi, presentata dal Prof. Giulio Mendozza.

Nel 2017 riprende le sue appassionate ricerche linguistiche, pubblicando, con le Edizioni Intra Moenia, il libro Chi tene sante, va mparaviso, i santi nei proverbi e nei modi di dire napoletani. Il lavoro è presentato in anteprima alla Casina pompeiana, in Villa comunale, nell’ambito della VI edizione de ’A festa d’ ’a lengua nosta, organizzato dall’Associazione culturale “Giambattista Basile”.

Nel 2018 riceve l’incarico di docente presso il Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” di Benevento, per l’insegnamento di Poesia per musica e drammaturgia musicale, corso di “Letteratura e testi in lingua napoletana per musica”.

Nello stesso anno arricchisce la sua produzione linguistica pubblicando, per Intra Moenia, il quinto volume della collana dal titolo Cane e puorce, gli animali nei proverbi e nei modi di dire napoletani.

Nel 2019, a vent’anni dalla pubblicazione del suo primo libro, dà alle stampe, per i tipi dell'editore Cuzzolin, l'antologia poetica Acqua salata, poesie 1999-2019, con uno scritto di Raffaele Pisani.

Nel 2020 inizia a collaborare con vari musicisti alla realizzazione di nuove canzoni (Se ne va, musica di Tony Cercola, 2020; ’E penziere, musica di Nando Misuraca, 2020; Tutto se cagna, Comme vene vene, Cchiù fforte e Faciteme cantà per la musica di Sal Esposito, 2021-2022).

Sempre nel 2021 una sua canzone intitolata Comme vene vene, musicata da Sal Esposito, vince il primo premio al “Sannio Festival della voce e della canzone napoletana” indetto dal Conservatorio Statale di musica “Nicola Sala” di Benevento. La canzone si aggiudica anche il premio come miglior testo letterario, miglior composizione e migliore interpretazione.

Nel 2022, scrive, per Francesco Barbato, i testi di quattro canzoni: Scioscia ’o viento; Quanti stelle; Tu si' accussì e Mare, no!, che darà anche il titolo al suo tuor live band. Per Tony Cercola scrive il testo di ’A canzone ’e chi nun sape cantà.

Nel 2022, esce, per i tipi di Langella Editore, in anteprima assoluta, ’O cunto d’ ’a gavina e d’ ’o gatto ca ’a mparaie a vvulà, traduzione in napoletano del famoso racconto di Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.

Ancora nel 2022, pubblica, per le Edizioni Intra Moenia, le nuove Storie e aneddoti di vita coniugale, con il titolo Matremmonio e mmanicomio.

Nel 2023 esce, per i tipi di Intra Moenia, il libro Peccato cunfessato, è mmiezo perdunato, i sette vizi capitali nella parlata napoletana. E, per l’Editore Cuzzolin, il Dizionario delle superstizioni e delle credenze napoletane: cchiù ll’uocchie ca ’e scuppettate, con la prefazione di Mauro Giancaspro.

Il 9 novembre 2023, è invitato al “Festival della Poesia del Mediterraneo”, organizzato dall’Instituto Cervantes di Napoli presso il Teatro di Corte di Palazzo Reale.

Nel 2023, esce l’album dal titolo Turnà che contiene la sua canzone ’A chiavetella d’oro, musicata dal fratello Adriano. Il brano, che vede al pianoforte Adriano Pennino, al contrabbasso Antonio de Luise e al violoncello Piero Salvatori, è cantato da Silvia Aprile che sceglie, per l’occasione, il nome di Partenope.

Il 2024 si apre con la pubblicazione del volumetto La Bella Mbriana, edito da Langella Edizioni per la collana ’O scarrafone.

Dal 2003 al 2021, in occasione delle festività natalizie, ha pubblicato, in edizione non venale, la Nferta p’ ’o Capodanno. Libriccini a tiratura limitata di componimenti di vario argomento.

Ha composto versi e musica di canzoni napoletane (Portame, Luntano, Si ce lassammo, Cumpagna ’e scola, ’E mmamme napulitane), alcune delle quali musicate dal fratello Adriano.

Menzionato da Pietro Gargano nella Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana, ha alla stessa collaborato pubblicando articoli e approfondimenti su autori e temi della canzone classica.

Membro fondatore dell’Istituto Linguistico Campano, è vincitore di numerosi concorsi di poesia.

Suoi libri sono conservati nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, nella Biblioteca Nazionale centrale Vittorio Emanuele II di Roma e nella Biblioteca Nazionale centrale di Firenze. Inoltre, nella Biblioteca civica di S. Giorgio a Cremano (NA) a Villa Bruno, nella Biblioteca Pubblica “Michele Melenzio” di Sant’Agata dei Goti, nella Biblioteca “Annalisa Durante” di Napoli, nella Biblioteca “Angelo Manna” di Acerra, nella Biblioteca comunale “Emanuele Falcetti” di Apice (BN), nella Biblioteca comunale di Scansano (GR), nella Biblioteca del Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della Medicina di Napoli. E ancora nella Biblioteca “V. Voiculescu” di Buzau in Romania (Vela ’e penziere); nella Library of Congress di Washington negli Stati Uniti e nella University of Manchester Library (’A scola salernitana); nella University of Toronto Library (Vocabolario di proverbi napoletani); nella University of Alberta Library (Parlammoce accussì); Harvard University Library (Vocabolario di proverbi napoletani; Chi tene sante, va mparaviso); nella Zentralbibliothek Zurich (Vocabolario di proverbi napoletani; ’A scola salernitana); Yale University Library (Vocabolario di proverbi napoletani; ’A scola salernitana; Parlammoce accussì; Chi tene sante, va mparaviso); nella University at Albany Libraries (Parlammoce accussì); nella New York Public Library (Parlammoce accussì; Chi tene sante, va mparaviso); nella Bayerische Staatsbibliothek Library (Parlammoce accussì); nella Hauptbibliothek University of Zurich (Vocabolario di proverbi napoletani; ’A scola salernitana); nella British Library (’A scola salernitana).



8 commenti:

  1. Che dire? Sono troppo di parte per essere d'accordo. Tuttavia il mio legame affettivo, mi fa godere anche della sua personalità pulita, solidale, sensibile.
    Grazie zio Claudio per il dono della tua Arte vissuta nella quotidianità della Vita, stimolata da un inquieta passione e trasmessa attraverso la capacità di trasformarla in versi.
    Annalisa Pennino

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  2. Amico di sempre dell'Arte e costante attore della napoletanità, traduttore linguistico della realtà
    quotidiana napoletana che con fedeltà e paziente liturgia riporta nei versi delle sue esperte poesie.
    gaetano I.

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  3. Ho letto e riletto le sue poesie, che mi hanno fatto rivivere i momenti belli della fanciullezza, quando mia madre, napoletana cantava le vecchie canzoni napoletane, e declamava le poesie del Di Giacomo. Ho molto apprezzato le sue poesie dalle quali traspare tutta la sensibilità e la delicatezza di chi le ha scritte! Le faccio i miei complimenti e ringrazio mio cugino Silvio che mi ha indicato il suo sito.
    La saluto cordialmente Flora Aurilia

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    1. Grazie per le belle parole.
      Spero di incontrarla spesso su questo blog

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  4. Ho trovato il tempo, finalmente, per dirti grazie di cuore per le emozioni che mi regali da anni. So che non ti interesserà, ma per uno che è nato in un contesto dove solo a capire e poi citare la parola poesia rischiavi di essere guardato come un alieno, il passo è enorme, e sono riuscito non solo a farlo quanto a innalzarlo grazie ai tuoi versi che mi hanno fatto recuperare una parte di vita altrimenti spesa in cose inanimate. Antonio Micillo

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  5. Si può viaggiare senza muoversi mai dalla propria città, come si può curare senza essere medici. E si può essere poeti senza conosce la parola poesia. Grazie a te.

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