ché se tu scendo abbasso all’Acquaquiglia,
conoscerai un furmino io chi è
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GENTILHOMMERIE
di Libero Bovio
Noi siamo canoscenti di famiglia,
io voglio bene ad ello ed ello a me;
ho detto al patro: Se mi dai tua figlia
è un crandissimo onoro anco per te,
ché se tu scendo abbasso all’Acquaquiglia,
conoscerai un furmino io chi è,
ed inti poi comanto la quatriglia,
perché proceto con il «
calatè ».
Nel caso in cuio nel qualo vi necato
a questo matrimmonio, io m’addinocchio
ai vostri pieto e dico: Preddonato...
E, senza la più piccola amminaccia,
a voi vi sputerebbe dentro a un occhio,
e alla bardascia le tagliasse ’a faccia.
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