Ella cedeva, pallida e fremente... |
AVVENTURA DI CARNEVALE
di Pasquale Ruocco
La conobbi a un veglione, in carnevale.
Tremava sulle corde dei violini
un valzer lento, mentre per le sale
sciamavano Rosaure ed Arlecchini.
Entrai con lei nel vòrtice del ballo:
sotto il velluto della mascherina
la sua piccola bocca di corallo
rideva, provocante e sbarazzina.
Sfoggiava una stupenda scollatura
e un amore di neo sopra una gota.
Le sussurrai, sognando un’avventura:
— Vuoi mostrarmi il tuo viso, o dolce ignota?
L’occhio intorno girò, come smarrita,
poi disse un « sì » furtivo e soffocato.
Dolcemente la cinsi per la vita
e la trassi in un angolo appartato.
Cadde la mascherina: e lo splendore
dei vivi occhioni dalle lunghe ciglia
mi abbacinò... La strinsi sul mio cuore.
Era francese, oriunda di Marsiglia.
Viveva sola con un vecchio zio,
un tutore dispòtico e geloso,
nemico d’ogni grazia e d’ogni brio,
che la seguiva, sempre sospettoso...
— Io vado pazzo per le marsigliesi
proruppi — e tu sei bella ed io ti adoro!
Hai gli occhi azzurri come due turchesi,
hai tanta luce nei capelli d’oro!
Ella cedeva, pallida e fremente...
Ma d’improvviso, un rauco brontolìo
ci fece sobbalzare bruscamente...
— Cielo! — esclamò la donna. — È lui, mio zio!
Era lo zio che, rosso di furore:
— Cosa fate, voi due? — chiese in francese.
Io dissi: — Perdonatemi, signore:
mi ripassavo un po’... la Marsigliese.
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